Il tappeto dei desideri proibiti

Tra le montagne più alte e lontane del mondo, quando la Terra era ancora giovane, c’era una città che tutti conoscevano ma che nessuno aveva mai visto, la Città Nascosta. I Nascosti erano abilissimi tessitori di tappeti volanti e i loro manufatti erano i più richiesti e ambiti da tutti i regnanti e nobili del globo. Il commercio era fiorente e la città prosperava.

Ma un giorno accadde qualcosa di molto grave: un tappeto si rifiutò di volare. Non si sapeva chi lo avesse tessuto ma soprattutto come mai non avesse nessuna intenzione di sollevarsi da terra.

L’infausta notizia venne comunicata al re che diede ordine di distruggerlo immediatamente, terrorizzato che la sua incapacità di volare fosse contagiosa e si diffondesse tra gli altri tappeti.

 Al Consiglio reale era presente anche sua figlia, futura erede al trono di Nascosta, che non smise per un attimo di fissare il meraviglioso manufatto. Anche se non era volante, quel tappeto era di una bellezza straordinaria, il più raffinato e prezioso che fosse mai stato realizzato, e lei lo voleva. La attirava come un amante, il solo guardarlo le infiammava i sensi, la turbava profondamente.

Lo voglio io” disse la principessa a bassa voce. Il tappeto sorrise tra sé e sé, ma non se ne accorse nessuno.

Ma che stai dicendo?” le chiese il re irritato “potrebbe essere stato tessuto con fili stregati, a cui è stato fatto un incantesimo, e la maledizione potrebbe diffondersi tra gli altri tappeti, conducendoci alla rovina”. La ragazza gli sorrise e gli accarezzò la guancia barbuta.

 “Non credo che sia maledetto, chissà da quanto tempo è stato creato e non è successo nulla… se fosse come dici tu ce ne saremmo già accorti. Secondo me è solo pigro o forse ha qualche altra qualità che non è quella del volo. E io la voglio scoprire”.

Si alzò dal piccolo trono e scese gli scalini che la separavano dall’oggetto dei suoi desideri. Arrotolò il tappeto, se lo mise sulla spalla nuda e se ne andò nelle sue stanze. Congedò le dame di compagnia e chiuse tutte le porte a chiave, distese il tappeto per terra e lo guardò di nuovo.

 Era bellissimo, aveva tutti i colori della coda del pavone, le frange erano d’argento e piccole pietre preziose adornavano i fiori e gli uccelli che vi erano stati rappresentati con inimitabile maestria. L’eccitazione profonda l’assalì ancora una volta e gli si sdraiò sopra, supina, delicatamente, come se si stesse adagiando sul corpo di qualcuno. Il tappeto tremò leggermente e lei se ne accorse.

Si mise a sedere di scatto e gli disse:

Ma allora ti puoi muovere!”

Il tappeto sospirò e le rispose con la sua voce di seta, come i fili con cui era stato tessuto.

Sì, ma non posso volare. Io faccio altro…”.

Lo sapevo!” esclamò lei con le guance di pesca arrossate, il seno che le si alzava e abbassava per l’emozione e un languore di miele tra le gambe.

 “Cosa sai fare?” gli chiese avvicinando la bocca a uno degli uccelli del paradiso dalle ali tempestate di rubini che la guardava muto e serio.

coda di pavone

Esaudisco i desideri”.

Lei sussultò e il cuore prese a batterle ancora più velocemente.

Tutti?”

No. Solo quelli proibiti”.

Lei trillò di felicità e l’abbracciò, sollevandolo da terra e stringendolo tra le braccia e ancora una volta sentì che una vampata di fuoco l’assaliva facendole diventare i capezzoli duri.

Stanotte” sussurrò alle frange d’argento “stanotte mi farai divertire”. E il tappeto sorrise, sapendo che era vero.

 La principessa ci pensò a lungo prima di esprimere il primo desiderio impossibile. Lei poteva avere tutto quello che voleva, quasi tutto E decise che la cosa che anelava di più era quel “quasi”.

Voglio provare il piacere, in tutte le sue forme e manifestazioni” gli disse mentre il palazzo reale dormiva profondamente.

Bene. Tutte insieme o una alla volta?” chiese lui.

Una alla volta”.

Scegli e cominciamo”.

Voglio un amante meraviglioso, bello, forte e gentile, che sappia esattamente dove toccarmi e come toccarmi per farmi godere più e più volte”.

 E mentre finiva di pronunciare queste parole, un uomo dalla bellezza inenarrabile, col corpo forte e lo sguardo gentile si materializzò davanti a lei. Era nudo. Le si avvicinò, la prese in braccio senza dire una parola e la portò sul letto. Il suo sguardo la infiammava e lei rabbrividì pensando al tocco delle sue mani.

Lui la spogliò lentamente senza mai smettere di guardarla negli occhi e cominciò ad accarezzarla, prima con le mani, poi con la lingua, percorrendo ogni centimetro della sua pelle e soffermandosi nelle parti più sensibili, guidato da un istinto magico.

 Lei sospirava e gemeva e quando la sua bocca incontrò il suo fiore di carne che stillava rugiada pensò che se fosse morta in quel momento, sarebbe morta felice. Lui succhiò il suo bocciolo fino a farla impazzire, ma smise non appena capì che lei stava per godere.

Si staccò le si mise addosso, dedicandosi ai suoi capezzoli rosei e carnosi. Li stuzzicò, li titillò e li torturò con le labbra e i denti. E finalmente la prese, fino in fondo, con forza e pazienza. Lei, ormai al limite del baratro, impiegò il tempo di un sospiro per godere e lo fece in silenzio, mordendosi le mani e contraendo tutti muscoli del corpo. Per non svegliare nessuno.

 E fu così ogni notte: lei chiedeva nuovi giocattoli di carne che la facessero impazzire e il tappeto la esaudiva. Gli domandò una bionda Valchiria dal grande seno e dal sesso glabro, una morbida Nubiana con le aureole e i capezzoli bruni, le dita lunghe e la lingua di velluto. Un lottatore delle fredde Terre del Nord col sesso enorme e sempre duro, tre guerrieri del Sole Calante che le fecero provare il piacere supremo. E ancora corpi da toccare, leccare, scoprire e mani che la frugavano e la portavano all’apice della passione.

E adesso tutto insieme” gli disse una notte, con le occhiaie profonde e gli occhi che le luccicavano come diamanti. E il tappeto la trasportò in una grande sala semi buia piena di uomini, donne, creature con entrambi i sessi, femmine col membro e maschi con le mammelle. Un luogo dove il sesso non aveva sesso e l’unica cosa che contava era il piacere.

 Provò tutto: si fece penetrare da due uomini insieme, assaggiò frutti di carne di tutti i generi e le razze, si abbandonò a qualunque voglia e assecondò qualsiasi desiderio che le venne richiesto. Si comportò da femmina e da maschio, usò e sperimentò giocattoli sessuali di tutte le forme e le misure. Realizzò le fantasie più estreme e le brame più proibite, godendo di orgasmi infiniti. Quando tornò nelle sue stanze era sfinita ma non ancora appagata.

Ingres Odalisca

Non mi basta” disse al tappeto.

Cos’altro posso darti?” chiese lui.

Lei lo guardò e provò lo stesso languore di sempre, quel manufatto le dava alla testa, le scatenava istinti selvaggi e le faceva fremere il cuore.

 “Voglio te” gli disse con lo sguardo liquido e il respiro corto.

Ma io sono un tappeto”.

Lo so. Ma sai realizzare tutti i desideri proibiti”.

Questo non è proibito, è impossibile”.

Non è vero. Prendi forma umana, puoi?”

S… sì”.

Fallo allora”.

E il tappeto diventò un uomo, con il corpo decorato da uccelli, fiori, alberi e piccole pietre preziose. Ogni centimetro della sua pelle era tatuata dagli stessi disegni e dagli stessi colori del tappeto.

Non hai realizzato un desiderio proibito” disse lei avvicinandosi a quella creatura fantastica che le stava di fronte e la guardava con gli occhi color zaffiro “hai dato vita a un sogno”.

Ricetta: pesche caramellate con granella di nocciole e menta

Ingredienti per 2 persone:

 
2 pesche gialle

50 gr di zucchero

1 confezione di granella di nocciola

5/6 foglie di menta fresca

2 cucchiai d’acqua

1/2 limone

1 spruzzata di vino bianco

Sbuccia le pesche, tagliale a fette e immergile in una scodella con acqua, ghiaccio e il succo del mezzo limone.

pesche

 Spezzetta le foglie di menta e uniscile alla granella di nocciole. Metti i due cucchiai d’acqua e lo zucchero in una casseruola e fai sciogliere lo zucchero a fiamma dolcissima.

 Lascia sobollire per 2/3 minuti finché non si forma un caramello appena dorato. Aggiungi la spruzzatina di vino bianco, lascia andare per un’altra manciata di secondi e spegni il fuoco.

 Asciuga le pesche e immergile nello sciroppo dorato, sistemale su un patto da portata e spargi sopra la granella di nocciole mista alle foglioline di menta spezzettate.

 Lascia raffreddare e porta in tavola.

Per eseguire questa ricetta è necessario un tatuaggio, se ce l’hai sei a posto. E se non ce l’hai potrai  divertirti a cercare uno di quelli usa e getta. Puoi anche applicare sulla pelle i brillantini adesivi e creare la forma che più ti piace. Ma è assolutamente necessario che tu abbia qualcosa di “tatuato” sul tuo corpo. Trasporta il tappetino che hai in cucina davanti ai fornelli, togliti le scarpe e resta a piedi nudi. E se non hai nessun tappeto, prendine uno da un’altra stanza e trasferiscilo. Mentre guardi il caramello che si forma e che piano piano prende colore, pensa intensamente al tuo desiderio più proibito ed esprimilo nel momento esatto in cui spruzzi il vino nello sciroppo ambrato. Mentre disponi le fette di pesca caramellata sul piatto da portata pensa a come ti sentiresti se il tuo desiderio fosse stato esaudito e mentre le arricchisci con la granella di nocciola sorridi. Perché si è già avverato. Credici.